Chi Sono

"C'è una canzone che merita di essere cantata, ed è la canzone delle relazioni umane, del legame attraverso il quale le persone si arricchiscono e crescono"
Salvador minuchin

Chi Sono

Mi sono laureata in Psicologia Clinica presso la Facoltà di Psicologia dell’Università di Bologna, sono abilitata all’esercizio della professione e iscritta all’Ordine degli Psicologi dell’Emilia Romagna (sezione A n. 8250).

Mi sono specializzata in Psicoterapia sistemico relazionale presso l’Istituto di Psicoterapia Relazionale -I.P.R.- di Rimini che aderisce all’approccio consenziente del Professor Corrado Bogliolo.

 

 

Ho svolto diverse attività di tirocinio.

Presso l’ASP del Rubicone – Casa Protetta di Roncofreddo, dove mi sono approcciata alle attività di potenziamento cognitivo per gli anziani.

Presso il centro “Don L. Milani” di Cesena, ove ho perfezionato le competenze cliniche e dove mi sono interessata ai Disturbi Specifici dell’Apprendimento (D.S.A.).

Quindi presso l’Istituto Superiore di Sanità di San Marino, ove si effettua attività clinica e terapeutica in diversi settori e dove ho potuto ulteriormente approfondire le mie conoscenze sui D.S.A.

Presso l’Azienda USL della Romagna: in particolare presso l’U.O. di Neuropsichiatria e S.S. Responsabilità Genitoriale e Tutela Minori all’ospedale di Santarcangelo di Romagna e presso l’U.O. di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza a Savignano sul Rubicone nell’ambito della tutela minori.

Sempre presso l’Unità Operativa di Neuropsichiatria e S.S. Responsabilità Genitoriale e Tutela Minori di Santarcangelo di Romagna, ho svolto un tirocinio volontario in cui ho fatto esperienza nell’ambito dei Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione.

Ho conseguito un master in Disturbi Specifici dell’Apprendimento.

Seguo regolarmente seminari e convegni per aggiornare le mie competenze.

Svolgo la libera professione occupandomi di sostegno e supporto psicologico, psicoterapia individuale, di coppia e familiare e Disturbi Specifici dell’Apprendimento.

Esercito sul territorio di:

Sogliano al Rubicone – Cesena – Bellaria Igea Marina

Orientamento Sistemico – Relazionale

"Anche se si esce di casa sbattendo la porta o saltando dalla finestra, bisogna sempre tornare indietro a prendere le proprie valigie"
Murray Bowen

L’approccio terapeutico sistemico – relazionale considera l’individuo come parte di più sistemi, in quanto immerso nel contesto relazionale, sociale e culturale: la coppia, la famiglia, l’ambiente di lavoro e quello amicale, la società. La famiglia, il sistema per eccellenza, è il luogo dove si nasce, si cresce, con le sue dinamiche, regole, ruoli e i suoi comportamenti, che sia individualmente sia come rete relazionale, contribuisce allo sviluppo (o blocco) del sistema stesso.

Le relazioni fra i componenti si stabiliscono in virtù delle loro interazioni, dei legami affettivi e di interdipendenza, importanti punti di riferimento per acquisire consapevolezza del mondo interno e del mondo esterno dell’individuo.

Una particolare attenzione è data alla storia della persona, ma anche al presente vissuto in quel particolare momento del proprio ciclo vitale: la vita è scandita da una serie di eventi che determinano il passaggio da una fase all’altra del ciclo vitale. Alcuni di questi eventi segnano la nostra esistenza e talvolta possono essere difficili da affrontare, elaborare e superare.

Secondo l’approccio sistemico-relazionale il sintomo altro non è che il rimedio del sistema che tenta di mantenere una sorta di equilibrio durante uno stato di difficoltà e disagio. Il sintomo perciò non viene intenso come un problema individuale, ma come la manifestazione di un disagio dell’intero contesto in cui esso si esprime, con effetti su tutti i suoi membri e sulle loro relazioni. Il “paziente designato” è solo il portavoce di un disagio più articolato e complesso.

L’intervento si basa sull’osservazione delle modalità relazionali tra il paziente e il contesto di appartenenza con l’obiettivo di comprendere e quindi modificare i modelli disfunzionali facendo leva sulle risorse del gruppo.

Il fine della terapia è quello di ristabilire l’equilibrio, di scoprire nuove modalità relazionali, di attutire il disagio e promuovere il benessere.

La psicoterapia è rivolta alle persone che attraversano un periodo particolarmente critico della loro vita e non riescono a trovare delle soluzioni, o che vivono ripetutamente situazioni di disagio e sofferenza o che presentano disfunzioni relazionali tali da interferire significativamente con il funzionamento in molti ambiti della loro vita. Può essere svolta a livello familiare, di coppia o individuale, secondo la particolare situazione e la specifica richiesta; in tutti i casi gli effetti positivi si ripercuoteranno su tutti i componenti del sistema.

Il modello consenziente

All’interno dell’approccio sistemico – relazionale, il modello consenziente nasce alla fine degli anni ’80 dal Professor Corrado Bogliolo. Terapeuta e cliente sono impegnati fianco a fianco in un percorso di evoluzione, di accrescimento; è proprio in relazione a questo concetto che emerge questo modello.

Il termine “consenzienza” evoca il suo significato letterale “cum-sentire” e di “cum-prendere”: cum-sentire, cioè sentire insieme, partecipare alle emozioni, costruire nuovi significati; cum-prendere, ovvero prendere insieme, scegliere gli stessi percorsi e avere lo stesso tempo, cogliere sia la dimensione cognitiva sia quella emotiva. Viene usato per definire una modalità di agire e di essere, con la quale il terapeuta entra in contatto con gli individui, un modo di porsi legato in maniera intensa ed interdipendente alle persone. L’associazione continua rappresenta uno degli aspetti principali della consenzienza: la capacità del terapeuta di sintonizzarsi alla famiglia, con cui si mantiene sempre un approccio rispettoso, di comunicare con essa, attraverso un linguaggio che consente lo scambio e lascia all’altro la possibilità di esprimersi liberamente.

Parole come ascolto, curiosità, joining, coevoluzione, empatia, alleanza, rivestono una fondamentale importanza, divenendo azioni nella quale risultano determinanti la sensibilità, l’attenzione e la modalità con cui ci si rapporta alle persone e con esse co-costruire più funzionali cambiamenti evolutivi e modalità relazionali.

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